Il cancro alla prostata rappresenta il 19% di tutti i tumori diagnosticati nella popolazione maschile. Conta ogni anno in Italia circa 37.000 nuove diagnosi. La sua incidenza è aumentata nel tempo (per il progressivo invecchiamento della popolazione e l’introduzione di un marcatore specifico rilevabile nel sangue, il PSA), ma si registra una continua riduzione della mortalità, a dimostrazione del ruolo cruciale della diagnosi precoce. Sintomi e fattori di rischio È inizialmente asintomatico.
I sintomi compaiono quando la massa tumorale, aumentata di volume, comprime le strutture circostanti; tra i più comuni: difficoltà a urinare, minzione frequente e/o dolorosa, presenza di sangue nelle urine o nello sperma, sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica. I sintomi urinari possono essere la spia anche di patologie prostatiche di tipo benigno, come l’ipertrofia: sarà lo specialista urologo a valutare l’opportunità di eseguire ulteriori indagini per una diagnosi differenziale. L’età rappresenta il principale fattore di rischio, in particolare dopo i 50 anni. Altri fattori sono la familiarità e la presenza di specifiche mutazioni genetiche. Stili di vita scorretti, in particolare una dieta ricca di grassi animali, possono favorire l’insorgenza del tumore.
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